Su ricorso dello Studio Legale Giaquinto, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha emesso un’ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale di una questione cruciale riguardante l’accesso ai concorsi pubblici per vice ispettori della Polizia di Stato. La controversia verte sul requisito di anzianità minima di tre anni di servizio richiesto esclusivamente agli appartenenti alla Polizia di Stato, una condizione ritenuta potenzialmente in contrasto con i principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza.
Il contesto normativo
L’art. 27-bis del d.P.R. 335/1982 prevede che il personale interno alla Polizia di Stato possa accedere al concorso per vice ispettori solo se in possesso di almeno tre anni di anzianità di servizio. Tuttavia, ai dipendenti civili del Ministero dell’Interno è concessa la partecipazione fino all’età di 33 anni, senza l’obbligo di maturare alcuna esperienza pregressa. Questa disparità ha sollevato dubbi di legittimità, portando il TAR a considerare la questione come non manifestamente infondata.
I principi costituzionali violati
L’ordinanza mette in evidenza diversi profili di incompatibilità con la Costituzione:
- Principio di uguaglianza (art. 3 Cost.): Il requisito di anzianità crea una disparità di trattamento tra il personale interno e i dipendenti civili del Ministero dell’Interno, favorendo questi ultimi senza giustificazioni ragionevoli.
- Principio di buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.): L’imposizione di un requisito di anzianità rallenta il ricambio generazionale, ostacolando l’ingresso di risorse giovani e fisicamente idonee nelle posizioni operative.
- Principio di proporzionalità e ragionevolezza: La richiesta di anzianità non appare funzionale alle finalità del concorso, risultando sproporzionata rispetto agli obiettivi di selezione.
L’Analisi dell’Ordinanza
Il TAR ha analizzato in dettaglio la normativa e la sua applicazione, rilevando che:
- La richiesta di anzianità contraddice le finalità legislative di promuovere il ricambio generazionale, perseguite attraverso l’abbassamento dei limiti di età per i concorsi pubblici nelle forze di polizia.
- L’assenza di un analogo requisito di anzianità per altri concorsi, come quello per commissari, sottolinea l’incoerenza del sistema normativo.
- La disparità di trattamento tra personale interno e civile non trova giustificazione nelle esigenze operative o amministrative.
La decisione del TAR
Il Tribunale ha ritenuto la questione rilevante per la risoluzione del giudizio e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. In attesa del pronunciamento, il giudizio è stato sospeso, evidenziando l’importanza di un intervento che possa armonizzare la normativa con i principi costituzionali.
L’ordinanza è consultabile, in forma oscurata, cliccando qui.
Implicazioni e Prospettive
L’ordinanza rappresenta un passo significativo verso una maggiore equità nei criteri di accesso ai concorsi pubblici. Un eventuale intervento della Corte Costituzionale potrebbe ridefinire le modalità di selezione nelle forze di polizia, garantendo parità di trattamento e favorendo un ricambio generazionale più equilibrato.
Conclusioni
Lo Studio Legale rimane attento agli sviluppi di questa importante vicenda, confermando il proprio impegno nella tutela dei diritti e nell’affermazione dei principi costituzionali, con l’obiettivo di contribuire a una giustizia amministrativa più equa e razionale.
Un approfondimento della questione sarà prossimamente pubblicato anche sulla rivista scientifica Cammino Diritto, diretta dall’Avv. Alessio Giaquinto.